Con l’insediamento del Comitato di Sorveglianza e la discussione dei criteri di selezione parte il Programma Regionale Campania FESR 21/27.
Il Comitato ha riunito rappresentanti della Commissione europea, dello Stato centrale, della Regione Campania e del Partenariato Economico e Sociale.
A coordinare i lavori il presidente del Partenariato, Bruno Cesario, il quale ha rimarcato il lavoro di ascolto e condivisione svolto con le organizzazioni delle categorie produttive, dei lavoratori e della società civile. Interlocuzione essenziale per giungere a un Programma partecipato e inclusivo.
Durante l’incontro sono stati discussi i criteri di selezione dei progetti con lo scopo di massimizzare l’efficacia, l’efficienza e l’utilità delle operazioni che verranno finanziate con il Programma, con particolare attenzione alla sostenibilità ambientale.
Il PR Campania FESR 21/27 interviene su cinque obiettivi prioritari con l’intento di rendere la Campania più competitiva, più verde, più connessa, più inclusiva e più vicina ai cittadini.
Gli investimenti consentiranno di proseguire le azioni già in atto per la tutela dell’Ambiente (ciclo dei rifiuti e delle acque), la valorizzazione delle coste e delle aree interne, il rafforzamento del sistema dei Trasporti, la lotta alle patologie oncologiche, la digitalizzazione, la transizione energetica e l’innovazione, anche grazie all’aggiornamento della Strategia di Specializzazione intelligente (RIS3) della Regione Campania.
Verranno, inoltre, finanziati interventi di rafforzamento amministrativo con l’assunzione di tecnici, senza aggravi sul bilancio regionale, che permetteranno di velocizzare le procedure e, dunque, l’attuazione del Programma.
Al Comitato di Sorveglianza è intervenuto il vicepresidente della Giunta Regionale della Campania, Fulvio Bonavitacola, il quale si è soffermato sul ruolo della Politica di Coesione definendola “un’azione di strategia macroeconomica dell’Ue per fare in modo che lo sviluppo dei territori che la compongono sia omogeneo, rafforzando, così, l’economia di tutta l’Unione. Purtroppo in Italia, invece, lo sviluppo del mezzogiorno non viene visto come un’occasione di crescita per tutto il Paese. In questo contesto, dove si rianimano spiriti di divisione invece che di coesione, diviene fondamentale spendere bene i Fondi europei. Per bilanciare scelte strategiche sbagliate, come ad esempio quelle fatte con il PNRR, e dimostrare, attraverso l’operato della Campania, che le regioni del Sud sono in grado di utilizzare al meglio le risorse europee”.
“I criteri di selezione sono lo sviluppo operativo necessario per predisporre i bandi di quello che è il primo grande Programma italiano, approvato lo scorso ottobre. Oltre 5 miliardi di euro di cui il 40% dedicato alle sfide della transizione ecologica e all’efficienza energetica, è quindi importante che siano state predisposte le condizioni per dare avvio alle azioni e trasferire le risorse sul territorio” così – il rappresentante della Direzione generale “Politica Regionale” della Commissione europea, Lucio Paderi.