La Campania alla 56° edizione del Vinitaly – a Verona dal 14 al 17 aprile 2024 – è presente con una collettiva di oltre 180 aziende selezionate dalla Regione, provenienti dal territorio della “Campania divino”.
Il padiglione Campania – un’area di 5800 mq secondo spazio allestito della fiera dopo i padroni di casa del Veneto – è curato dall’assessorato all’Agricoltura e dall’assessorato alle Attività Produttive della Regione, in collaborazione con le quattro Camere di Commercio (Napoli, Caserta, Salerno, Irpinia e Sannio).
Oltre 2000 le etichette presenti negli stand delle aziende campane suddivise in cinque corridoi distinti in base ai territori di produzione: Irpinia, Sannio, Salerno, Caserta e Napoli.
Grande la collaborazione tra tutti i territori, sintetizzata nell’enoteca regionale dove le DOP e IGP regionali proposte dei 7 Consorzi di Tutela Vini (Vitica, Irpinia, Sannio, Vita Salernum Vites, Vesuvio, Campi Flegrei e Ischia, Penisola Sorrentina) sono state offerte in degustazione al pubblico in formula continua, con il supporto dei sommelier specializzati dell’Ais Campania.
“Un grande Vinitaly per le aziende Campane” è stato il commento dell’assessore all’Agricoltura Nicola Caputo che, nel corso della giornata inaugurale, ha registrato “la vivacità dei produttori e la qualità delle produzioni vitivinicole” commentando positivamente la presenza di “tantissimi giovani e tantissime donne che rappresentano le aziende produttive”.
Un dettaglio importante anche per Andrea Prete, presidente nazionale di UnionCamere e della Camera di Commercio di Salerno, il quale ha sottolineato l’importanza del contributo che il sistema camerale e la Regione Campania assicurano per partecipare a una manifestazione strategica dove, attraverso i prodotti, si promuove un intero territorio. E le opportunità di crescita significano, opportunità di lavoro che, per la regione con la popolazione più giovane d’Italia significa ridurre l’emigrazione e il depauperamento del capitale umano. Un altro momento di crescita per il territorio sarà, secondo Prete, l’apertura, a luglio, dell’aeroporto di Salerno. “Una grande opportunità per la Campania – ha detto – unica grande regione che aveva un solo scalo e un’a ‘infrastruttura fondamentale per lo sviluppo non solo del turismo ma di tutti i settori”.
Il sistema camerale ha puntato molto sul Vinitaly. la Camera di Commercio Irpinia Sannio ha anche organizzato un evento fuori salone ”Irpinia & Sannio Wine Night” per valorizzare i prodotti vinicoli e le aziende del territorio.
Un lavoro di squadra quello che ha consentito alla Regione Campania di realizzare una partecipazione di successo al salone internazionale del vino e dei distillati come sottolineato da Luciano D’Aponte, responsabile della Promozione Agroalimentare – assessorato Agricoltura – della Regione Campania che, nel raccontare in numeri la presenza a Vinitaly 2024, ha sottolineato la collaborazione tra il settore agroalimentare e quello delle attività produttive regionale anticipando i prossimi appuntamenti al Sial di Parigi e a Monaco di Baviera per dei B2B.
Impegno che si evince anche dalle parole di Raffaella Farina direttore generale per lo Sviluppo Economico e le Attività Produttive della Regione Campania che ha spiegato come, attraverso l’utilizzo dei fondi europei del ciclo 2021-2027, la Regione Campania stia sostenendo il sistema imprenditoriale campano affinché sia sempre più innovativo, sostenibile, aperto ai contesti internazionali. “Il valore dell’export campano vale 12 miliardi – ha detto – che possono essere incrementati di altri 8 miliardi secondo i dati ICE. I settori per cui la Campania è nota nel mondo sono diversi: la moda, l’aerospazio, ma sicuramente in capo a tutti l’Agrifood”.
Agrifood, internazionalizzazione, ma anche innovazione a Vinitaly per lo sviluppo del sistema imprenditoriale della Campania. È il caso del sistema di osservazione e sensoristica sviluppato attraverso un lavoro comune fatto da esperti di tecnologia aeronautica e spaziale con viticoltori e presentato da Luigi Carrino, presidente del Distretto Aerospaziale della Campania, nel corso del convegno “Storie di futuro”. Un risultato possibile grazie alla costituzione di un ecosistema dell’innovazione regionale, sviluppatosi, nell’ambito della Strategia di Specializzazione intelligente della Regione Campania che coinvolge il mondo scientifico e quello industriale.
Un dialogo profondo quello con il mondo della ricerca, dell’imprenditoria e dell’agrifood come testimoniato anche dal rettore dell’Università Federico II, Matteo Lorito, il quale oltre a ricordare la sede di Avellino dedicata alle enologia e alla viticoltura, il ruolo della Federico II nel grande Centro nazionale per le tecnologie in agricoltura: Agritech. E poi, “ciliegina sulla torta” – ricorda Lorito – la Federico II oggi esprime il presidente dell’Organizzazione Internazionale del Vino e della Vigna che è il professor Luigi Moio del dipartimento di Agraria”. E, in occasione degli 800 anni dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II, il professor Moio, in compagnia del professore Luigi Frusciante ha tenuto, presso il padiglione Campania al Vinitaly, un convegno dal titolo “Il vino tra passato e futuro”.
E dal passato, da una tradizione che è divenuta Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità (UNESCO), è arrivata l’ulteriore conferma delle infinite possibilità di sviluppo legate alla filiera vitivinicola. È il caso del “Serra di Mulino a Vento”, un Aglianico IGP Paestum, coltivato a Pollica, nell’ambito di un progetto di riqualificazione dell’amministrazione comunale guidata da Stefano Pisani, che ha recuperato un terreno abbandonato di circa 20 ettari. La Dieta Mediterranea è uno degli asset del Programma Integrato di Valorizzazione del litorale Cilento Sud che, con il coordinamento della Regione Campania e il sostegno della Politica di Coesione europea, mira a definire un insieme di opere dedicate ai piccoli comuni cilentani.
Una storia quella del vino della dieta mediterranea che dimostra come sia forte il rapporto tra vino e comunità, come sottolineato da Carlo Marino, presidente Anci Campania e sindaco di Caserta secondo il quale, “l’importanza enogastronomica messa insieme alla filiera dei beni culturali può essere occasione non solo di Pil economico, ma di Pil sociale. Per un territorio il vino è un’occasione e una possibilità. Le nostre aziende devono sotto questo aspetto ancora sempre di più mettere insieme l’identità, il terreno, la terra, la comunità e la storia di una, di un popolo”.