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In occasione dell’Anno Europeo delle Competenze si è tenuta la settima edizione, del Technology Forum Campania, piattaforma di discussione e confronto di riferimento per gli attori pubblici e privati dell’ecosistema regionale della ricerca e dell’innovazione che pone la Campania capofila tra le Regioni del Sud Italia su innovazione e ricerca, grazie alla presenza di un ricco ecosistema integrato di talenti e imprese. La Campania è la regione che cresce di più nell’export, aumentando la componente di prodotti di alta tecnologia esportati (48%) con prevalenza di #Farmaceutica e #Aerospazio. È uno dei dati emersi durante il Technology Forum Campania.

A introdurre il Forum, tenutosi nel Polo tecnologico dell’Università Federico II di Napoli a San Giovanni a Teduccio, il rettore di Unina, Matteo Lorito

L’edizione 2023 ha messo in evidenza gli importanti passi in avanti che l’ecosistema campano sta facendo nella formazione e attrazione dei talenti, nell’adozione delle tecnologie di frontiera e nel raggiungimento della twin transition per il continuo sviluppo economico e industriale della Regione.

Un incontro che per Valeria Fascione, assessore alla Ricerca, Innovazione e Startup della Regione Campania permette di fare un bilancio annuale sullo “stato di salute” dell’ecosistema regionale di Ricerca e Innovazione con l’obiettivo di renderlo sempre più aperto e internazionale, stimolando la competitività del tessuto imprenditoriale e la capacità di attrarre talenti, imprese e capitali sul territorio regionale.

L’assessore ha anche ricordato i primi interventi messi in campo con la Programmazione 2021-2027 dei Fondi Europei citando il bando Campania Startup 2023 (30 milioni PR Campania FESR) che ha ricevuto 870 domande di adesione e il lavoro in corso per integrare le risorse messe a disposizione del PNRR per la Campania, ricordando l’intervento complementare della Campania per sostenere la componente internazionale di 2000 borse di studio per  dottorati industriali. Un’iniziativa che permetterà una vera e propria iniezione d’innovazione all’interno del sistema delle imprese, che sarebbe stata incompleta senza una esperienza internazionale da parte dei candidati, chiamati a rendere sempre più competitivo il sistema delle imprese. L’assessore ha poi ricordato le iniziative in corso su  Agritech e sostenibilità con il Centro nazionale per lo sviluppo delle nuove tecnologie in agricoltura (altra sinergia PNRR) l’Agritech Academy, il Farming Future polo nazionale di trasferimento tecnologico che si lega a Terranext programma di accelerazione per startup e PMI innovative sulla bioeconomia. I risultati del programma regionale pluriennale di lotta al cancro con 4 infrastrutture operative: il Centro di Nanofotonica e Optoelettronica per la Salute dell’Uomo (CNOS), il centro di Ricerca Genomica per la Salute (CRGS), Il Campania Imagining Infrastructure for Research in Oncology (CIRO) e PREMIO (Infrastruttura per la Medicina di Precisione in Oncologia) a cui si aggiungono e le altre iniziative nel settore Scienze della Vita con il programma malattie rare e gli acceleratori VITA (circuito CDP) e BNCT Boron Neutron Capture Therapy) (finanziato dal PNRR). Insieme a queste l’assessore ha voluto ricordare le iniziative in ambito Space economy, con i programmi Iride – Copernicus e Return che vedono la Campania champion user nella raccolta e utilizzo dei dati raccolti dall’osservazione dello spazio e lo sviluppo di minilab per testare prodotti in assenza di gravità, per concludere con le iniziative nei settori Quantum e cybersecurity.

Qui la presentazione di Valeria Fascione

Un lavoro che parte da lontano, dal 2015, anno del primo insediamento della giunta De Luca che, all’Innovazione ha sempre avuto Valeria Fascione. Una visione e una politica che, anno dopo anno, ha costruito, con pazienza e abnegazione, un ecosistema che oggi si confronta con il mondo ed è in grado di dire la sua con numeri di tutto rispetto.  Alcuni dei risultati si possono ritrovare nelle parole di Valerio De Molli – managing partner & CEO, The European House – Ambrosetti, il quale, nella sua relazione introduttiva dal titolo “La fotografia dell’Italia nell’anno europeo delle competenze”, ha chiaramente indicato la Campania tra le regioni con un posizionamento di favore per trarre i maggiori vantaggi dalle transizioni in atto. 

Qui la presentazione di Valerio De Molli

Nel corso della giornata (QUI IL PROGRAMMA COMPLETO) sono stati analizzati i vari temi attraverso una serie di panel tematici che hanno ospitato relatori di spessore internazionale. Uno dei temi che hanno attraversato le discussioni è stato quello dello skill mismatch ovvero della difficoltà di far coincidere la richiesta e l’offerta di competenze presenti sul mercato del lavoro, nello specifico in Campania.

Vito Grassi, presidente del Consiglio delle Rappresentanze Regionali e vicepresidente di Confindustria e amministratore delegato di Graded e il presidente di Unioncamere Andrea Prete hanno fatto il punto. Grassi sottolineando come le piccole imprese non siano pronte al digitale e Prete ricordando l’azione delle Camere di Commercio italiane che, con i PID (Punti impresa digitali) sono intervenuti in oltre 500mila imprese, anche piccole e piccolissime, per aiutarle nella transizione digitale.  

Un altro aspetto è quello della necessità per la Pubblica amministrazione di dotarsi di competenze digitali avanzate, soprattutto nel campo della cybersecurity, ma della possibile mancanza di appeal che la PA può avere per giovani con elevate competenze. Sul tema è intervenuto Massimo Bisogno – direttore dell’Ufficio Speciale per la crescita e la transizione al digitale della Regione Campania. 

Appeal invece che la Campania esercita sull’azienda Leonardo che attraverso, Gennaro Faella – senior vice president Innovation & Development di Leonardo Cyber & Security Solutions, si dice in sintonia con la vision che la Regione sta esercitando in merito alle challenge in atto.

Giorgio Ventre, direttore scientifico Apple Developer Academy, Università degli Studi di Napoli Federico II e Sylvain Bellenger, direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte, hanno parlato delle interazioni tra digitale e cultura per creare le competenze del futuro.

Tra le sfide dell’innovazione che la Regione Campania sta affrontando c’è la Quantum Challenge. Sul tema è intervenuto, tra gli altri, Giovanni Acampora, professore di Informatica e direttore del Quantum Computing and Smart Systems Lab (QUASAR), Università degli Studi di Napoli Federico II.

Il Technology Forum Campania ha anche dato la parola ai talenti che si sono formati nel sistema delle academies della Campania, con il racconto di alcune esperienze di formazione e lavoro fornite da alcuni ex studenti. 

La giornata si è aperta con la presentazione di alcune anticipazioni del Position Paper, che sarà presentato a dicembre 2023 in una conferenza stampa dedicata, contenente la fotografia dell’ecosistema della ricerca e dell’innovazione campano nel quadro nazionale ed europeo e le relative azioni e policy necessarie per promuovere l’attrazione e la retention dei talenti, con approfondimenti su Scienze della Vita e Space Economy.

L’ecosistema accademico

La Regione Campania è il terzo polo universitario del Paese per incidenza di iscritti sulla popolazione, formando 193,6 mila studenti (il 10,6% del totale italiano). All’attrattività e alla competitività dell’ecosistema della ricerca e dell’innovazione regionale contribuisce in particolar modo l’apertura di nuovi corsi di laurea all’avanguardia e il “modello Academy” campano, che è diventato un benchmark nazionale e internazionale. Ad oggi, infatti, sul territorio vi hanno sede le Academy di alcuni dei più importanti player mondiali nei settori ad alta innovazione.

L’ecosistema della ricerca

Con riferimento alla ricerca, la Campania si posiziona al 1° posto al Sud e al 7° posto a livello nazionale per investimenti in Ricerca e Sviluppo con un valore di 1,4 milioni di Euro (+7,7% tra il 2016 e il 2020), e 1a nel Mezzogiorno per incidenza degli investimenti in Ricerca e Sviluppo sul PIL pari all’1,3% (valore in costante crescita rispetto al 2016, in cui la quota era pari all’1,2%). Tuttavia, la Campania risulta ancora al di sotto rispetto alla media italiana (1,5%). La Regione è anche 1a nel Mezzogiorno per numero di ricercatori nel 2020 (14,9 mila, pari al 7% del totale nazionale), registrando la 3a crescita più elevata d’Italia in questo indicatore (+21% tra il 2016 e il 2020).

L’ecosistema dell’innovazione

Nell’ambito dell’innovazione, il ricco ecosistema regionale ha permesso alla Campania di posizionarsi 1a nel Sud per numero di brevetti depositati (con un totale di 2.782 tra il 2010 e il 2020), 3a in Italia per numero di startup innovative, con un totale di 1.465 (il 10,6% del totale nazionale) e per numero di incubatori certificati – attualmente 8 con copertura di tutte le province – e 1a per tasso di crescita delle startup innovative tra il 2020 e il 2022 (+52,2%).

Manifattura e high-tech

La Campania rappresenta la locomotiva industriale del Sud Italia, producendo il 33,8% del Valore Aggiunto della manifattura meridionale. In questo contesto, i settori ad alta tecnologia rappresentano una parte fondamentale della produzione manifatturiera regionale. Osservando la composizione delle esportazioni, emerge un’elevata incidenza dell’high-tech che arriva a pesare per il 45,8% del totale nel 2022. La Campania si posiziona inoltre 2a in Italia per crescita delle esportazioni high-tech tra il 2018 e il 2022, registrando un incremento del 66,5% (vs. 28,6% media nazionale).

Scienze della Vita

Con riferimento alle Scienze della Vita, la Campania ha dimostrato una forte dinamicità negli ultimi anni, registrando tassi di crescita nel settore farmaceutico nettamente superiori rispetto alla media nazionale: tra il 2018 e il 2022 gli addetti nel settore Pharma in Campania sono infatti più che raddoppianti (+112,1%), a fronte di una crescita nazionale del 3,2%. Questo trend è riflesso anche nelle esportazioni, che nel quinquennio sono cresciute del 198,2%, 114,6 p.p. in più rispetto alla media nazionale. Allo stesso tempo, anche il settore delle biotecnologie sta vivendo una fase di sviluppo in Campania. Le imprese attive in questo comparto in Campania sono cresciute del 90,2% tra il 2015 e il 2022 (vs. +21,8% media nazionale), arrivando a rappresentare il 40% del totale di tutte le Regioni del Mezzogiorno.

Space Economy

Nell’ambito della Space Economy, la Regione Campania è stata scelta come Champion User di uno dei programmi più rilevanti a livello europeo per l’attività di osservazione della terra: il programma IRIDE. IRIDE rappresenta la costellazione italiana, in orbita bassa, per il monitoraggio puntuale e continuo del nostro territorio. La scelta della Campania come Champion User è basata su alcune caratteristiche che rendono la Regione un luogo di sperimentazione ideale nei programmi di Space Economy: in aggiunta a una forte vocazione industriale del territorio, alla presenza di capitale umano giovane e qualificato e a un ricco ecosistema della ricerca e dell’innovazione, la Campania vanta la presenza di un distretto aerospaziale sviluppato, che raccoglie 308 imprese (pari all’8% delle imprese attive sul territorio nazionale) e genera 1,76 miliardi di Euro export (pari al 14% del totale delle esportazioni regionali), nonché la presenza di piccole e medie imprese e consorzi ad alta specializzazione con uno spiccato posizionamento nei settori upstream e downstream.

La nuova Programmazione regionale e il PNRR

In questi anni, la Regione Campania – in sinergia con altri attori pubblici e privati – ha scommesso molto sul rafforzamento dell’ecosistema dell’innovazione e della ricerca nelle filiere manifatturiere più promettenti in termini di capacità di crescita e internazionalizzazione ma anche sulla creazione di infrastrutture tecnologiche trasversali ai diversi comparti dell’economia, ponendosi in prima linea nello sviluppo di progettualità di rilevanza nazionale e internazionale. In particolare, nell’ambito delle iniziative di sistema finanziate con i fondi del PNRR (M4C2), la Regione si è aggiudicata 2 dei 14 hub nazionali dei partenariati estesi, 1 dei 5 Centri Nazionali (National Research Centre for Agricultural Technologies – Agritech), 5 delle 33 infrastrutture di ricerca e 3 delle 24 infrastrutture tecnologiche di innovazione.