Il completamento delle opere necessarie a rendere operativa la diga di Campolattaro, in provincia di Benevento, è tra i dieci progetti strategici del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Un risultato fortemente voluto dalla Giunta De Luca che già nel 2016, a un solo anno dal suo insediamento, aveva riavviato l’iter burocratico dell’opera che, iniziata nel 1980 dalla Cassa per il Mezzogiorno, mancava di una derivazione per poter utilizzare gli oltre 100 milioni di metri cubi di acqua presenti nell’invaso. Più di recente l’approvazione, da parte della Direzione regionale del ciclo delle acque, del progetto definitivo che consentirà, una volta ultimato, l’utilizzo delle acque contenute nell’invaso a scopo idropotabile, irriguo ed energetico rendendo operativo uno dei più rilevanti invasi artificiali del Mezzogiorno.
L’azione politica e amministrativa dell’Ente regionale ha beneficiato di una grande collaborazione istituzionale innanzitutto con la Provincia di Benevento e poi con il Consorzio di Bonifica Sannio-Alifano, l’Autorità di Bacino distrettuale dell’Appennino meridionale, l’Ente Idrico Campano e gli Enti Territoriali e Locali coinvolti, sino a vedere premiati i propri sforzi con i 220 milioni di euro stanziati dal Governo nazionale nell’ambito del PNRR. Le risorse integrano i 305 milioni già predisposti dalla Regione Campania che, analizzando i trend idrici in atto, ha fortemente investito per utilizzare le risorse del lago artificiale di 7 chilometri quadrati che sarà in grado di fornire acqua potabile a più di 500 mila cittadini, irrigare oltre 15 mila ettari di terreni agricoli e produrre energia pulita.
Con il completamento delle opere verrà realizzata una galleria di 7 chilometri e mezzo che avrà il compito di convogliare 6500 litri d’acqua al secondo sino all’area impianti del comune di Ponte dove troverà posto un potabilizzatore e un impianto idroelettrico per la valorizzazione energetica del carico idraulico disponibile. Da qui l’acqua di Campolattaro si dividerà per gli usi a cui è destinata: quello potabile e quello irriguo.
L’acqua potabilizzata verrà in parte pompata verso i comuni beneventani dell’alto Sannio e dell’alto Fortore, dando in ogni caso priorità alla carenza idrica di tutti i comuni sanniti a partire dalla città di Benevento, alleggerendo, così, il carico degli acquedotti molisani e l’utilizzo delle sorgenti irpine del Cassano impegnate a dissetare anche la Puglia. La parte residua sarà immessa in uno dei due nuovi acquedotti, previsti dal piano, destinati all’uso irriguo e potabile.
I nuovi acquedotti costituiranno una vera e propria “autostrada dell’acqua” che attraverserà, irrigandola,
l’intera valle telesina, andando, poi, ad innestarsi nell’acquedotto campano. Ciò accrescerà notevolmente la
quantità di acqua potabile, made in Campania, che servirà i comuni delle province di Napoli e Caserta e il
bacino sarnese-vesuviano.
La nuova risorsa sarà essenziale per contribuire a mantenere in equilibrio il bilancio idrico potabile della
Campania, oggi compromesso dall’instabilità delle importazioni della sorgente del Biferno. La risorsa
molisana, soprattutto durante il periodo estivo, riduce notevolmente la sua portata. L’invaso di
Campolattaro, con i suoi 2800 litri d’acqua al secondo, compenserà largamente il disavanzo, consentendo
alla Campania di non subire stress idrici nel prossimo futuro.
La messa in funzione della diga, inoltre, avrà cura di rispettare l’importante ruolo naturalistico assunto
dall’invaso di Campolattaro. Sarà sempre conservato, infatti, il livello di acqua necessario a preservare una
zona umida divenuta fondamentale per l’ecosistema locale.